Intervista DDS Dr. Marco Boatta
Key Opinion Leader dell’azienda Tekscan

Perché una tecnologia come il Tscan è necessaria nello studio?
Innanzitutto questa tecnica di controllo occlusale è una logica evoluzione del workflow digitale dello studio. A complemento di tutte le procedure digitali a nostra disposizione, deve necessariamente esserci uno studio dell’occlusione più accurato delle carte d’articolazione e il T-scan ci consente tutto questo. Inoltre il paziente che in visita rimane sempre colpito positivamente nel vedere a video tutti i suoi contatti dentali, istante per istante, dall’inizio alla fine della chiusura e per l’operatore diventa un’arma comunicativa eccezionale. Infine avere un tracciato stampabile, archiviabile e confrontabile con i successivi per un follow-up fornisce un utile, inequivocabile e cautelativo mezzo di controllo di corretta esecuzione della prestazione odontoiatrica eseguita.
Quali informazioni può dare al clinico che non può ottenere in altro modo?
Indubbiamente il vantaggio più importante è l’analisi temporale dell’occlusione che in nessun altro modo è possibile studiare: dal primo contatto possiamo seguire la chiusura ogni millisecondo fino alla massima intercuspidazione così come nelle disclusioni e vederla sia in forma video che freezarla all’istante voluto.
Inoltre nell’analisi dell’intensità delle forze un sistema così preciso è sicuramente vantaggioso rispetto alle carte d’articolazione; certo, le utilizziamo ancora, ma il Tscan ci consente di “interpretarle” con maggiore efficacia indirizzandoci verso l’aggiustamento occlusale più fine.
Nella pratica quotidiana quando decidi di usare il Tscan e perché?
In prima visita, se ci sono sintomi e segni disfunzionali per valutare eventuali squilibri di lato o interferenze nascoste. Nei pazienti con protesi supportata da impianti lo trovo estremamente utile perché riesco a calibrare con esattezza l’infra-occlusione che desidero. E poi mi torna utile in ortodonzia per un controllo prima della fine della terapia e per quello a termine.
Puoi descrivere il funzionamento?
Il paziente chiude i denti su un sensore che trasmette informazioni ad un software e rileva l’occlusione dal primo istante di contatto tra denti antagonisti fino al momento della massima intercuspidazione e continua a registrare, durante la chiusura, forza e distribuzione di ogni contatto. Vengono poi analizzati i tempi di disclusione ed eventuali interferenze.
Il tracciato può essere analizzato istante per istante per distribuzione di forze a quadranti antero-posteriori, emiarcate destra e sinistra e anche vestibolo-linguali. Una volta memorizzato si può archiviare con vantaggi clinici e medico-legali, si può confrontare nei follow-up, si può stampare e consegnare refertato al paziente.
